Progetti
Il Forum dell'Apicoltura del Mediterraneo (Mediterranean Beekeeping Forum - MBF) nasce a Foligno nel 2007 su iniziativa dell’APAU, Associazione Produttori Apistici Umbri (www.apau.it), di Felcos Umbria (www.felcos.it ) e del Comune di Foligno, con il supporto dell’Iniziativa ART di UNDP, in coerenza con la politica di vicinato promossa dall’Unione Europea nei confronti dei Paesi del Medio Oriente e dell’Africa che si affacciano sul Mediterraneo e con la più recente iniziativa politica dell’Unione per il Mediterraneo.
Il Forum dell'Apicoltura del Mediterraneo rappresenta sin dalla sua nascita una significativa ed unica occasione di dialogo e confronto tra gli apicoltori del Mediterraneo e le loro reti, ed ha portato al consolidamento di una coalizione di associazioni e cooperative di produttori apistici (per un totale di 23 membri provenienti da undici Paesi diversi: Francia, Spagna, Marocco, Malta, Algeria, Tunisia, Palestina, Libano, Siria, Albania e Italia), e al coinvolgimento di diversi istituti di ricerca ed enti pubblici ed istituzioni locali, nazionali ed internazionali.
ContinuaPresidente del Mediterranean Beekeeping Forum
Incontro in Tunisia (1-6 giugno 2014) durante la missione istituzionale di Felcos Umbria e Apimed nell’ambito del progetto Mediterranean CooBEEration.
Mediterranean CooBEEration è un progetto attivato nel febbraio 2014 e che in un triennio di attività coinvolgerà numerosi Paesi come il Libano, il Marocco, la Tunisia, l’Algeria, i Territori palestinesi, l’Italia e altre nazioni affacciate sul Mediterraneo, per sostenere l’apicoltura e il suo ruolo strategico per la salvaguardia della biodiversità, il miglioramento della sicurezza alimentare e lo sviluppo socio-economico. I partner del progetto, cofinanziato dalla Commissione europea, sono Felcos Umbria (Fondo di enti locali per la cooperazione decentrata e lo sviluppo umano sostenibile), Apimed (Federazione apicoltori del Mediterraneo), Undp (Programma delle Nazioni unite per lo sviluppo), Dipsa (Dipartimento di scienze agrarie) dell’Università di Bologna e Inat (Istituto nazionale agronomico della Tunisia).